19 Aprile 2024

Jacopo Biondi Santi – Sassoalloro 2016

Le mie note:

La Toscana è la patria indiscussa del Sangiovese, che ama vestirsi di abiti diversi senza tuttavia nascondere il proprio carattere vivace e intrigante e la propria inconfondibile personalità.

E’ facile accostare il nome Biondi Santi al Sangiovese, parla la storia e non ha senso aggiungere altri dettagli, parliamo della famiglia che, probabilmente, più di tutti ha contribuito all’unicità del sangiovese in questa terra magica e per questa va ringraziata per l’incredibile patrimonio lasciato a noi eno-patiti, senza se e senza ma e indipendentemente dalle evoluzioni interne ed esterne che l’hanno interessata. L’anima del vino in degustazione è il sangiovese grosso BBS11 (Brunello Biondi Santi 11), clone di proprietà esclusiva della famiglia che Jacopo prima e i figli dopo coltivano nella splendida cornice del castello di Montepò.

Spostandosi dalla splendida Val d’Orcia, regno del brunello, Jacopo Biondi Santi ha intrapreso la coltivazione del Sangiovese, insieme ad alcuni internazionali, nella maremma, dove le colline del grossetano e i terreni di origine marnea e arenaria, insieme alla brezza marina data dalla vicina costa, costituiscono un ambiente pedoclimatico assai favorevole alla coltivazione della vite.

Il Sassoalloro è il figlio prediletto della produzione di Castello di Montepò, nato per esaltare il Sangiovese e fungere da vero trait d’union tra storia passata, concretezza presente e visione futura della famiglia Biondi Santi. Rapisce al primo sguardo con la sua trama rosso rubino, conferma l’appeal durante l’approccio olfattivo con un bouquet di assoluta ampiezza, in cui il frutto in confettura si lascia completare da una speziatura dolce e dall’elegante tostatura. Mai domo il tocco floreale, con cenni di viola mammola che s’intonano alla perfezione con la sinfonia olfattiva e s’intensificano man mano che la rotazione del calice impreziosisce la percezione e calamita prepotentemente la psiche. In bocca non lascia spazio ad interpretazioni, importante e rotondo è supportato da grande freschezza e sapidità e da un tannino leggiadro e vellutato, per un risultato di assoluto equilibrio e armonia.

Degno frutto della sua terra, si trascina con fascino e franchezza un paesaggio che trasuda valore e tradizione, sembra essere nato come compagno ideale della grande e godereccia cucina toscana.

Degustazione:

Alla vista è limpido, rosso rubino con leggere sfumature granate, di importante consistenza.

Al naso si presenta ampio, di grande intensità. Il primo approccio fruttato, con sentori di prugna in confettura, frutti rossi maturi e marasca è accompagnato da una importante componente speziata, con nuances di sottobosco e spezie dolci, come la cannella, che via via assumono note più complesse di cacao, tostatura, tabacco da sigaro.

In bocca è importante, totalizza le percezioni gustative con grande morbidezza e la freschezza e la sapidità ben acquietano una buona potenza pseudocalorica. Il tannino è leggiadro e vellutato, ben integrato nel complesso nella beva. Di grande persistenza e intensità e con la giusta robustezza, è perfettamente equilibrato, in un didascalico e pronto stato evolutivo e su elevati livelli di armonia.


DenominazioneIGT Toscana
CantinaJacopo Biondi Santi
TipologiaRosso
Annata2016
VitignoSangiovese grosso BBS11
Zona di produzioneScansano (Grosseto) ad altitudine cha va dai i 300 ai 450 metri s.l.m. I vigenti sono esposti a ovest, sud-ovest e i terreni sono prevalentemente composti da galestro a larga tessitura.
VinificazioneRaccolta manuale.
Gli acini, accuratamente selezionati per garantire solo la qualità migliore in fase di vendemmia, dopo la raccolta vengono immediatamente portati nei locali adibiti alla vinificazione di Jacopo Biondi Santi, dove iniziano il percorso produttivo, che si conclude con l’affinamento. 
Affinamento14 mesi in barriques di legni non
tostati delle foreste di Tronçais
Tenore alcolico13,50 %
Prezzo medio20 €
AbbinamentoCarne in umido, ragù, risotti di carne, selvaggina, salumi, formaggi stagionati


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