9 Ottobre 2024

L’anima è un concetto tanto astratto, quanto di comune utilizzo, rappresenta una sorta di collante unico tra le religioni, le credenze, le tradizioni spirituali e la filosofia. L’anima rappresenta l’io più estremo, la dedizione più sfrenata, la passione assoluta.

Anima ristorante è la storia di due ragazzi che si sono ritagliati un pezzo di vita per provare a capire cosa significasse immaginare il futuro, e l’hanno fatto abbandonando casa, famiglia, affetti, trascinandosi a chilometri di distanza, per poi tornare tra la terra rossa e dimostrare che anche le peggiori avversità possono essere affrontate mettendoci l’anima.

Non appena ho appreso il nome del ristorante ho pensato a quanto audace sia stata la scelta e a quanto realmente fosse tangibile la consapevolezza di questa scelta. Chiamare un ristorante anima è tanto semplice quanto evocativo, è espressione diretta di quale voglia essere l’impostazione dell’offerta.

Altrettanto emblematico è l’imprint atmosferico sapientemente creato nella ristrutturazione della location, dove la pietra sembra evocare il legame con le origini e la tradizione, ed, al contempo, l’arredo in stile industrial esprime la voglia di innovazione e ricerca.

Cucina e carta vini sono il racconto di un percorso che si pone l’obiettivo di regalare una perfetta sintesi tra ingredienti locali di assoluta freschezza e chicche di più rara reperibilità, garantendo un’espressione sensoriale di certa persistenza. Tra le proposte, infatti, si alternano ingredienti dell’arte contadina a prelibate selezioni di carne e pesce, oltre ad un’attenta offerta di prodotti freschi e stagionali che variano quotidianamente, come ad esempio funghi porcini, ovuli e pescato di giornata.

Come di consueto evito di elencare o spoilerare i piatti per evitare di rovinare la sorpresa a chi vorrà provare l’esperienza in questo ristornate, ma ci tengo a fare una menzione speciale per il “Sedanino in stracotto bianco di maiale con fonduta di canestrato pugliese”, una vera esplosione di gusto di rara prelibatezza servita dopo 6 ore di cottura a fuoco e lento, e il “Tirami su a modo nostro”, un dessert in giacca a cravatta che conclude con estrema eleganza e raffinatezza una cena con i fiocchi.

La carta vini nasce con l’espressa volontà di evolvere nel tempo in quantità e qualità, pur assicurando in maniera impeccabile il corretto presidio del gusto, tra l’altro tutelato da un servizio attento e famigliare.

Personalmente il mio primo approccio a questo ristorante, chiaramente legato all’affetto che provo per i proprietari, si è trasformato da semplice consuetudine a vera bomba d’orgoglio, nata dall’aver toccato con mano i risultati del lavoro e del sacrificio di questi ragazzi.

Non mi resta che continuare ad osservare, molto da vicino, la crescita di una realtà che è chiaramente e inconfutabilmente diretta verso il successo.

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