12 Dicembre 2024

Primo Restaurant – Una nuova stella nel firmamento Michelin

E’ passato un po’ di tempo dalla mia cena in questo ristorante, ma l’immagine della grande esperienza vissuta è rimasta intatta nella memoria e sarà dura sovrascriverla.

Sebbene sia fresco di stella Michelin, Primo Restaurant non lo scopriamo certo oggi, né tantomeno per il riconoscimento, tant’è che, non per vanto, la nostra prenotazione, abilmente orchestrata dalla mia metà che con i regali sa colpire nel segno, è antecedente la consegna del premio.

La cucina tradizionale, ma fine e d’avanguardia, l’eleganza, la professionalità lo hanno posizionato ormai da tempo ai primissimi posti tra le eccellenze del nostro territorio.

Permettetemi una piccola postilla per una città che sta avendo una vera e propria esplosione qualitativa in ambito enogastronomico. Lecce, con i suoi due ristoranti stellati e una platea di locali davvero notevole, che soddisfa tutti i gusti, dal gourmet, allo street, fino al tradizionale, si è attestata a leader indiscussa per gli amanti del tema.

Tornando al protagonista, Primo Restaurant ti rapisce fin dall’ingresso, con la parete finemente arredata e la cantinetta a muro perfettamente industrial (un vero colpo di fulmine per me) e di grande eleganza, pochi fronzoli, tanto stile e sobrietà e l’accoglienza come prima arma di un servizio che anticipa fin dal principio l’unicità dell’esperienza.

L’aria è pacata, Silvia e Marco in sala trasmettono sicurezza e tranquillità, mi sento a casa eppure è la prima volta che ci entro. Il nostro bambino viene trattato da re, noi ci sentiamo gli ospiti più coccolati del mondo, serve altro per capire che nulla è lasciato al caso?

Arriviamo al punto, come definire la cucina della giovane ma già grande chef Solaika Marrocco? Credo francamente di non essere in grado di appellarla in alcun modo, sono troppo piccolo e inesperto per farlo, quello che posso dire è che ho percepito la volontà di spingere il risultato oltre gli standard, oltre la novità, oltre le aspettative, con la piena e solida consapevolezza dei limiti da non travalicare per non rendere il percorso di ricerca un eccesso. Ogni pietanza non fa che aumentare le aspettative per la successiva, in una consecutio di emozioni egregiamente esaltata dal percorso di vini in abbinamento strutturato con egregia maestria. Tra tutte le etichette scelte, ognuna pertinente e di livello, ringrazio la sommelier Silvia per avermi fatto conoscere il trebbiano Testarossa di Pasetti, di notevole complessità olfattiva e potenza aromatica.

Non voglio rischiare lo spoileraggio, ma credetemi la Parmigiana di melanzana, pomodoro e besciamella al grano arso, l’Animella all’arancia e gamberi crudi di gallipoli e il Baccalà, sedano e cavolfiore (tra l’altro chi mi conosce sa che almeno due su tre di questi ingredienti li metto abitualmente in black list) valgono da soli il prezzo del biglietto, qualsiasi esso sia.

Io non vedo l’ora di tornarci, chi viene con me?

P.S.: Atmosfera e gusto mi hanno letteralmente rapito…usiamola come scusa per le foto (poche e brutte) che ho fatto, tornerò anche per farne di migliori 🙂

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