9 Ottobre 2024

Emidio Pepe – Montepulciano d’Abruzzo 2017

Quando parliamo di Emidio Pepe, in generale, parliamo di storia, conosciamo solo grandi vini, è uno di quei nomi che ti fanno pensare in grande e presagire un’esperienza indimenticabile. Quando poi ci si concentra sui dettagli del prodotto, sulle peculiarità delle tecniche, sullo studio che c’è stato, allora si entra in un vortice esperienziale di calibro unico.

Girovagando sul sito del produttore, ci rendiamo conto di quanto fascino ci sia nella sua filosofia, tutta incentrata sul concetto di “Metodo artigianale”, fondato su un perfetto equilibrio, frutto dell’esperienza, tra nutrimento delle piante, lavorazione del terreno, potatura e vegetazione delle viti e biodinamica ai massimi termini. Tutt’ora nella produzione non vengono utilizzate macchine, la raccolta è effettuata manualmente, con una minuziosa selezione qualitativa delle uve, e, per l’uva bianca, la pigiatura è effettuata con i piedi in una grande vasca di legno, così da avere una costante stimolazione della buccia con il mosto ed estrarre un mosto fiore ricco di tutti gli elementi utili a provocare la fermentazione alcolica e determinare la personalità del vino. Il vino non è sottoposto a filtrazione e l’invecchiamento viene effettuato per 24 mesi nei tradizionali contenitori di cemento. Insomma si potrebbero scrivere libri interi sulla loro filosofia produttiva, ma la cosa che più colpisce è come ogni singola mossa, ogni singola idea, ogni singola peculiarità sia riconoscibile in un calice importante, opulento, portentoso. Non sappiamo se siamo sufficientemente in grado di descrivervi questo assaggio, ma ci proviamo.

La vista preannuncia tutta la potenza del vino, con un’ottima limpidezza, nonostante non sia filtrato, un rosso rubino di rara compattezza e una consistenza adeguata alla struttura del prodotto.

Incredibile l’impatto olfattivo, ci ha stupito e colpito perché inaspettato. E’ indubbiamente intenso, complesso e di qualità fine. Come da attese prevalgono le componenti primarie, essendo giovanissimo per la sua tipologia, ma la finezza e l’eleganza superano lo stato evolutivo e sono segno evidente dell’attenzione posta su tutto il processo, dalla vigna all’affinamento. Si percepisce chiaramente la ciliegia sotto spirito, la prugna, un floreale di viola e una prepotente componente speziata, prevalentemente composta da pepe e chiodi di garofano, accompagnata da una sensazione balsamica rinfrescante, connotata da una distinta nota di eucalipto. Ci pare notevole l’apporto dato al vino dalla scelta della tipologia di affinamento, che lo rende longevo ma anche pronto ad un utilizzo più immediato e che esalta le componenti necessarie a conferire un’eleganza unica.

Al gusto è decisamente secco, caldo, abbastanza morbido. Ottima la freschezza e la tannicità, sebbene un po’ scalpitante vista la gioventù. La sapidità è piacevole, dona finezza ed eleganza a un vino con un gran corpo e con il giusto equilibrio. Notevoli l’intensità e la persistenza gusto – olfattiva, che lo rivelano decisamente lungo.

La qualità è fine e lo stato evolutivo è pronto, grazie all’ottima mano del produttore.

Siamo su un abbastanza armonico, ma con prospettive enormi, degne del nome e della storia che porta con sé.

Ci diamo appuntamento tra qualche anno, per scoprire ancora di più la potenza di questa opera d’arte.

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