27 Luglio 2024

Oggi vi raccontiamo la nostra esperienza con una delle più estese denominazioni d’Italia, la DOC Lugana che ricopre il territorio a ridosso del lago di Garda al confine tra Lombardia e Veneto. Qui il suolo argilloso, frutto dello scioglimento di un grosso ghiacciaio che ha originato lo stesso lago, custodisce il prezioso patrimonio organolettico di questo vino:  corpo e calore, acidità e sapidità, importante corredo aromatico.

Il Lugana DOC è un vino a base di Trebbiano di Soave, conosciuto in zona anche come Turbiana o Trebbiano di Lugana, vitigno a bacca bianca molto versatile e capace di esprimersi a ottimi livelli sia nelle classiche versioni di vino bianco fermo che nella spumantizzazione.

Anche questa volta abbiamo voluto battezzare la denominazione sul nostro blog con un’azienda che ha fatto la storia di questo territorio, la cantina Ca’ dei frati, tra le maggiori promotrici del patrimonio vitivinicolo della zona, con tracce storiche che ne testimoniano l’attività fin dal 1782.

Il legame con il territorio è il fattore trainante di tutta la filosofia produttiva dell’azienda, tant’è che le uve di ogni vigneto sono sottoposte rigorosamente a vinificazioni separate, così da garantire l’integrità delle espressioni del terroir nel prodotto finale e al contempo il rispetto della materia prima, anche grazie alla collaborazione di un mostro sacro per esperienza e competenza come Gino Veronelli.

Abbiamo assaggiato l’etichetta storica della Cantina, il Frati Lugana DOC, vero e proprio cavallo di battaglia e insostituibile portabandiera dell’azienda sulla scena internazionale.

L’aspetto sicuramente più interessante è la convivialità di questo vino, che nella sua semplicità sembra prenderti a braccetto e accompagnarti in un mondo di spensieratezza e serenità, ideale protagonista di una tavolata tra amici storici che non vedono l’ora di ridere, scherzare e rimembrare i bei momenti di una vita.

Alla vista il giallo paglierino è di una brillantezza accecante e di media consistenza.

All’olfatto la finezza è garante della qualità del prodotto e la complessità non tradisce le aspettative.

Le note fresche, giovani e fragranti la fanno da padrone, con un impeto fruttato avvolgente, dato dalla mela verde, il litchi e l’ananas su tutti, e un delicato floreale principalmente dato da sentori che ricordano piccoli fiori di campo. Piacevole anche la percezione erbacea, conferita da percezioni di salvia e timo, con un finale tipico di mandorla amara.

Il sorso è secco, di buona morbidezza e dissetante acidità, con una sapidità che denota grande bevibilità e avvolge letteralmente la bocca, rapendone le percezioni. Ottima finezza e buona intensità, con corpo e persistenza che ben si confanno all’espressione del vitigno. Ottimo equilibrio e buona armonia.

Gli abbinamenti classici sicuramente esaltano la bevuta, come ad esempio dei semplici antipasti, qualche formaggio poco stagionato, un primo di pesce fresco, ma se dobbiamo darvi consiglio fate come noi, abbinateci la compagnia di buoni amici, sarà un connubio indimenticabile.

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