27 Luglio 2024

Ci sono aziende che ti entrano nel cuore, oltre che per simpatia, anche e soprattutto per la qualità incredibile dei prodotti che offrono. Li stiamo assaggiando lentamente tutti e ognuno sembra raccontare una storia a se, fatta di studi, di lavoro, di passione, qualche volta sembra addirittura, incredibilmente, di magia. Questo pare quando si assaggia il vino che portiamo in degustazione in questo articolo, un vino che definire “sui generis” è eufemistico, parliamo del Merlino, vino rosso fortificato dell’azienda Pojer e Sandri. Di questa azienda abbiamo già avuto modo di degustare il Brut Rosè (eccolo), che ci aveva affascinanto per qualità e particolarità, ma qui siamo davvero difronte a una rarità, una perla enologica da raccontare.

Il merlino è un vino rosso che appartiene alla famiglia dei vini fortificati, ossia ottenuti partendo da un vino base o da un mosto parzialmente fermentato a cui è addizionato alcol etilico o acquavite, ottenendo un prodotto di dolcezza variabile (a seconda dello stadio di fermentazione a cui avviene la fortificazione) e una gradazione alcolica compresa tra i 15° e i 22° vol.

Nel caso specifico abbiamo un prodotto che nasce da un mosto parzialmente fermentato di Lagrein a cui è aggiunto il Brandy di produzione Pojer e Sandri a sua volta ottenuto da due varietà locali, ossia la schiava e il lagarino. Si pone particolare attenzione alla raccolta delle uve Lagrein, che avviene in una fase di maturazione abbastanza avanzata così da avere una concentrazione zuccherina importante. In seguito le uve vengono lasciate 1 o 2 notti in cella frigorifera con l’obiettivo di abbassarne la temperatura e, a diraspatura avvenuta, vengono fatti cadere gli acini, senza utilizzo di pompe, all’interno delle vasche in cui sostano per la macerazione a freddo per 5/6 giorni, così da ottimizzarne l’estrazione aromatica. La fermentazione che si avvierà in seguito viene bloccata quando si raggiunge il 5% di alcol svolto mediante l’addizione di Brandy invecchiato almeno 10 anni. Dopo qualche giorno il prodotto viene messo in botti dove c’era il Brandy di produzione aziendale per 8/10 mesi, così da avere un’illimpidimento ideale che permetterà l’imbottigliamento senza ulteriori filtrazioni o lavorazioni. In bottiglia ci rimarrà almeno un paio d’anni così da maturare e stabilizzarsi alla perfezione.

Come si può notare dalla foto, in etichetta sono riportate 4 cifre, nel caso specifico 17 e 04, che rappresentano rispettivamente l’annata del lagrein (2017) e l’annata del Brandy (2004).

Insomma una lavorazione certosina, come una formula magica per creare un prodotto che vuole racchiudere tutte le proprie caratteristiche in un unico emblematico termine, ARMONIA.

La degustazione è stata un’esperienza incredibile, siamo partiti da un’idea totalmente diversa di sentori, percezioni e assaggio, ci aspettavamo austerità, forte percezione pseudo-calorica, dolcezza si ma con un tenore alcolico importante, frutto a tutto spiano, ma la realtà è stata ben diversa, scopriamolo.

L’aspetto è quello di un vino stabile e pulito, alla vista cristallino, di un rosso rubino pieno, con addirittura dei riflessi purpurei e decisamente consistente, anche se lontano dai parametri che potrebbero definirlo viscoso.

L’impatto olfattivo è fantastico, nessun eccesso, ma un equilibrio totale per un bouquet straordinario. E’ un vino decisamente intenso, ampio e fine. I sentori principali, ovviamente, sono quelli fruttati, con una ciliegia sotto spirito e una marasca che la fanno da padrone, accostati però in maniera armoniosa alla componente balsamica, si distinguono nettamente le percezioni di pepe, di chiodi di garofano e di eucalipto, e ad una importante trama terziaria che dà una struttura fantastica al vino, con delle note di cacao e di cuio, ma anche delle sfumature di marzapane e di caramello che esaltano una piacevole dolcezza.

Il gusto, lo abbiamo in parte già anticipato, è la ciliegina sulla torta di una esperienza davvero gradevole. Il sorso è dolce, caldo e di una notevole morbidezza. Colpiscono il corpo, ma anche intensità e persistenza, che completano un equilibrio davvero notevole per questa tipologia di vino. Per l’armonia non possiamo che valutare in maniera ottima questa pozione magica perfettamente eseguita dall’azienda.

Se pensiamo a quando bere questo vino, rischiamo davvero di mandare la mente in tilt per la miriade di occasioni possibili, dalla semplice chiacchierata con amici, al perfetto accompagnamento a un dolce anche impegnativo, come può essere una torta sacher, fino ad arrivare alla degustazione medidativa, in cui questo vino può aiutare la mente e il corpo a predisporsi idealmente alla concentrazione e alla riflessione.

Su il cappello per un prodotto sicuramente di prim’ordine.

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